Ultima stupenda recensione della mia silloge il respiro del tempo. Ed Kubera

IL RESPIRO DEL TEMPO

di Giovanna Fracassi

L’abbraccio della nostalgia

a cura di Alessandra Ferraro 

“… Il più minuto germoglio dimostra che davvero non c’è nessuna morte, e che anche se ci fosse porterebbe dritta alla vita… Tutto continua e si estende, niente si annulla, e morire è qualcosa di diverso da quello che si suppone…” Sono queste le parole di Walt Whitman in Foglie d’erba  riportate dall’autrice Giovanna Fracassi, all’inizio della sua silloge Il respiro del tempo (Kubera Edizioni, 2018, pagg. 104) e che racchiudono il significato intrinseco della sua opera poetica. Il riferimento alla rinascita, attraverso cui tutto si estende, continua e non si annulla, è proprio quello dello spirito, dell’anima che, nonostante le difficoltà dell’esistere, le delusioni e le amarezze, risorge sempre a nuove comprensioni e possibilità. La raccolta poetica della nostra autrice, lungi dal pessimismo, risulta essere un vibrante inno alla vita. Giovanna Fracassi, già conosciuta nel panorama letterario per altre sue opere di spessore, in questa raccolta poetica, resa elegante dall’uso di termini ricercati, riesce abilmente, destreggiandosi con fluidità di comunicazione, a scandagliare le più riposte pieghe dell’animo. La sua appare come una ricerca continua e “spasmodica” dell’ “oltre”, dimensione ideale e confortante. Uno stile, il suo, in cui ritmo e suono si fondono alla perfezione fino a rendere i versi scanditi e armoniosamente musicali. Si potrebbe azzardare nell’affermare che per l’autrice la poesia sia musica e la musica sia poesia. Fil rouge di tutta la narrazione poetica è il sentimento della nostalgia, che permea tutti i versi. D’effetto la fusione della nostalgia con gli elementi della natura. La luna, il mare, i paesaggi innevati, il vento, l’azzurro del cielo, il tramonto, l’alba sono cari e inseparabili compagni di viaggio dell’autrice. La sua nostalgia è al contempo spazio e tempo dell’altrove, di quella dimensione salvifica e personale che consente di ricamare i ricordi del passato e pensare alla possibilità confortante del futuro. Il suo “respiro del tempo” che si arresta, che smette di seguire il ritmo scandito e imposto del tempo e dello spazio oggettivo, diviene momento soggettivo, prezioso, privato, di ripiegamento e si esprime in quelle pause di riflessione, di meditazione, che conducono l’autrice a vivere un’esperienza fuori dal contingente. Tale sua dimensione soggettiva è ben espressa nella poesia Spazio: «Ho le ali di seta / per posarmi / sulle nuvole avvinghiate / a questo cielo di fuoco / mi sostiene leggera / il respiro tiepido del vento / che si attorciglia al mio / infinito è lo spazio / che indifferente / s’apre al mio cuore / e solo può incatenarmi / a questo sognare / a questo ricercare / oltre sempre oltre.» Le immagini che giungono al lettore sono quelle di una spinta emozionale traslata dal piano del “reale” a quello dei sentimenti del suo tempo e del suo spazio. E così l’autrice ricrea con la poesia quella personale dimensione sospesa che esprime il desiderio di un’anima che ha “ali spiegate e non si lascia imbrigliare espandendosi nell’infinito eterno”. Là dove la tristezza è vissuta come cicatrice che graffia l’anima, l’inchiostro della penna sul suo foglio è quel balsamo vivo che ristora e conforta la sua vita come esprime brillantemente nella poesia Le mie carte: «Sfregia / ed è cicatrice profonda / la tristezza / che affina i suoi artigli / sulle pietre tenere dell’animo. / Ma / è di bianco sangue / la scia tracciata / fra gli istanti posati / sulle mie carte.» Anche nel racconto dell’amore perso, in cui l’autrice si rammarica non tanto di un ricordo quanto di ciò che non è stato e avrebbe potuto essere, vi è il manto pacato della nostalgia a disegnare, minuziosamente, i suoi versi. Di grande intensità e di indubbio valore artistico la raccolta poetica Il respiro del tempo di Giovanna Fracassi che riesce ad emozionare il lettore conducendolo, quasi per mano, in quei luoghi dell’anima dove ci si perde piacevolmente e in cui ci si sente cullati e abbracciati dal conforto di una nostalgia amica che sa di speranza.